Che cos'è la scoliosi?
Che cos'è?
La colonna vertebrale umana è normalmente costituita da 33/34 vertebre di cui 7 cervicali, 12 toraciche, 5 lombari, 5 sacrali e 4-5 coccigee.
La scoliosi è una deformità della colonna vertebrale che si manifesta con una deviazione laterale accompagnata da una rotazione delle vertebre. Non si corregge spontaneamente e si manifesta clinicamente con una sporgenza (gibbo) nella zona toracica o lombare della colonna vertebrale.
In base all'età in cui la scoliosi si manifesta, si distinguono le:
- Scoliosi infantili (0-3 anni);
- Scoliosi giovanili (4-9 anni);
- Scoliosi adolescenziali (10-18 anni)
In relazione alla causa differenziamo le scoliosi in:
- Idiopatiche (le più comuni e senza una causa nota);
- Neuromuscolari;
- Congenite (presenti prima della nascita).
La scoliosi idiopatica adolescenziale rappresenta la forma più comune di scoliosi: interessa l'1-3% degli adolescenti ed è più frequente nelle ragazze. La causa è sconosciuta e pertanto la diagnosi è di esclusione, cioè viene posta nel momento in cui vengono escluse altre possibili cause di scoliosi, come malformazioni delle vertebre e disordini neuromuscolari.
Il paziente con la scoliosi presenta clinicamente:
- Dislivello delle spalle;
- Dislivello del bacino;
- Asimmetria delle scapole;
- Gibbo;
- Asimmetria dei triangoli della taglia (lo spazio che si forma tra il busto e gli arti superiori stesi lungo i fianchi);
- Sbilanciamento del capo.
Oltre alla valutazione clinica, l'esame radiografico è utile a definire la gravità della scoliosi in base all'angolo di Cobb, un angolo che si misura sulla radiografia della colonna vertebrale
- Scoliosi lievi (fino a 20°);
- Scoliosi moderate (da 20 a 40°);
- Scoliosi gravi (oltre i 40°).
Il trattamento con corsetto si applica nelle scoliosi di grado moderato. Il corsetto viene spesso prescritto se è presente una delle due condizioni seguenti:
- L'angolo di Cobb ha raggiunto almeno 20° e l'adolescente ha ancora un elevato potenziale di crescita;
- L'angolo di Cobb è progredito rapidamente di almeno 5° dopo 4-6 mesi dalla visita precedente.
Se è stata raggiunta la completa maturità scheletrica non vi è più l'indicazione all'utilizzo del corsetto.
La scoliosi di solito non migliora senza un intervento chirurgico. Tuttavia, gli studi hanno dimostrato che indossare il corsetto può prevenire la progressione della deformità. Una scoliosi non trattata in maniera adeguata durante l'adolescenza può predisporre alla comparsa di lombalgia in età adulta. Il dolore lombare, possibile conseguenza in età adulta di una scoliosi non trattata, è però comune nella vita della maggioranza degli adulti: si stima infatti che circa il 50% della popolazione adulta lamenti almeno un episodio di lombalgia all'anno, mentre il 15% riporta la ricorrenza di episodi di dolore lombare o dolore persistente per più di 2 settimane l'anno.
Da ultimo, una scoliosi non trattata in maniera adeguata durante l'adolescenza può avere conseguenze di tipo estetico e determinare disagio psico-sociale. Molti pazienti con scoliosi idiopatica dell'adolescenza non trattata non sono soddisfatti dell'immagine del proprio corpo, in particolare manifestano disagio per quanto riguarda l'abbigliamento, in particolare i costumi da bagno.
La maggior parte dei corsetti ortopedici presenti sul mercato sono in materiale plastico (generalmente polipropilene), realizzati su calco gessato, su moduli prefabbricati o mediante scansione computerizzata (sistema CAD-CAM). La finalità del corsetto è di correggere la curvatura laterale e la rotazione sostenendo la colonna durante il periodo di crescita nella posizione corretta.
Il corsetto andrebbe indossato per circa 20-22 ore al giorno. È fondamentale associare l'uso del corsetto con trattamenti di fisioterapia e con lo svolgimento di un'attività sportiva adeguata nelle ore in cui non lo si indossa per favorire il mantenimento di una corretta muscolatura della colonna ed evitare episodi di dolore alla schiena alla dismissione del corsetto stesso.
A cosa serve il corsetto?
In linea generale lo scopo che si cerca di raggiungere con la prescrizione di un busto non è quello di far scomparire la scoliosi, bensì quello di arrestare la sua tendenza a peggiorare: questo obbiettivo viene raggiunto in circa l'80% dei casi in cui il busto viene applicato, a patto che esso venga indossato per le ore prescritte. Se il busto viene indossato poco, la scoliosi continua a peggiorare e l'intervento chirurgico rimane l'unica scelta di cura.
I corsetti ortopedici possono essere distinti in due gruppi:
- Corsetti toraco-lombari;
- Corsetti corti o lombari:
Corsetto Boston
Può essere sia toraco-lombare sia lombare. Generalmente meglio tollerato dai pazienti, ma a volte troppo corto. Efficace sia nelle curve lombari che toraco-lombari.
Corsetto Milwaukee
Corsetto toraco-lombare, molto utilizzato in passato e oggi di uso meno frequente. Poco stretto sulla gabbia toracica, ha minore influenza sulla naturale espansione polmonare nei giovani in accrescimento, stimola il naturale allungamento del tronco aumentando gli effetti correttivi mediante spinte laterali, permette di seguire l'aumento in altezza del paziente. Tuttavia, se troppo alto e stretto, può provocare disturbi della mandibola, un appiattimento della curvatura della colonna vertebrale nella sua porzione toracica (dorso piatto) ed è scarsamente tollerato e accettato dagli adolescenti.
Corsetto Lionese
Efficace su curve basse (deve essere preceduto da gessi correttivi), attivo con specifici esercizi, ben tollerato dai pazienti ma più stretto sulla gabbia toracica rispetto ad altri corsetti. Nella variante di ultima generazione, specifica per curve toraco-lombari e lombari, più efficace della forma classica, determina una reazione posturale auto-correttiva e lascia più spazio per la respirazione toracica.
Corsetto Chenau
Allo stato attuale è il corsetto più diffusamente utilizzato. Indicato per le curve toraco-lombari, può essere realizzato su calco gessato o mediante scansione computerizzata (CAD-CAM). Generalmente ben tollerato.
Vengono utilizzati numerosi altri tipi di corsetto. Il fatto di essere denominati in maniera diversa da quelli sopra descritti non cambia i principi fondamentali di azione che sono gli stessi, e quindi non cambia i risultati che si possono ottenere.
articolo originale da: ospedalebambinogesù.it
Prof. Pier Francesco Costici
Primario Ortopedia Ospedale Bambino Gesù
costici@libero.it
Dott. Sergio Sessa
Dirigente medico Ortopedia Ospedale Bambino Gesù
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